Gedaliahu G. Stroumsa |
domenica 6 maggio 2012
IL RADICALISMO RELIGIOSO DEL PRIMO CRISTIANESIMO: CONTESTO ED IMPLICAZIONI
E, per quel che
concerne i mali, il loro fine e il loro atto sono necessariamente peggiori
rispetto alla loro potenza, giacché l’essere-in-potenza si identifica con
entrambi i contrari. Aristotele, Metafisica IX. 9.1051a 16-18[1].
Sono le circostanze recenti, nuove e inquietanti, che spiegano il nostro vivo interesse
per il radicalismo religioso. Queste circostanze comprendono anche rivoluzioni
religiose e minacciano finanche il tenore della nostra vita sociale ed
intellettuale. Anche lo storico dell'antichità non può rifugiarsi dietro i
pesanti tendaggi dell'antiquaria.
Esclusivismo, violenza, intolleranza: questi concetti, che si rimodulano senza restare
identici, sono tutti utilizzati, insieme con radicalismo, per descrivere i misfatti
molteplici della religione nel mondo contemporaneo. Tramite un'analisi di
alcuni aspetti paradossali del cristianesimo antico, questo studio spera anche
di illuminare il processo con il quale un movimento religioso dinamico può
trasformarsi in minaccia per l'esterno. Più precisamente, tenterò qui di
tracciare i percorsi attraverso i quali una religione perseguitata fin dalle
sue origini poté trasformarsi nei primi secoli in una religione persecutrice e
di comprendere la dialettica grazie alla quale i credenti della religione dell'amore poterono inventare
forme di violenza e d'intolleranza religiose fino ad allora sconosciute nel
mondo antico.
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