mercoledì 11 aprile 2012

Jacques Prévert


Cosa occorre privilegiare in Jacques Prévert (1900-1977)? Il poeta o il dialoghista di pellicole cinematografiche,  l'autore di canzoni o il sodale dei surrealisti, l'amico di Picasso o il passeggiatore solitario per la  vecchia Parigi, il provocatore o lo 
scrittore di racconti  per bambini? Certamente, non occorre sfilare nulla dalla trama di  un'opera e di un'esistenza intimamente  avvinte l'una all'altra.

«Anche  quando Jacques Prévert scrive, si direbbe che parli. Egli viene dalla vita e non dalla letteratura». Questa riflessione dello scrittore  Georges Ribemont-Dessaignes riassume questo personaggio nato con il secolo a Neuilly-sur-Seine, nei pressi di Parigi, in un ambiente piccolo-borghese bigotto, di cui non cesserà mai di sfottere le ossessioni e le ipocrisie.  Con Prévert, un universo a parte è creato, un universo che  fugge l'ordine voluto da Dio e dai " contro-ammiragli" (una delle molte figure sociali di cui si prendeva gioco). Il lirismo si lega  agli oggetti più usuali e  grava i  calembours ed i giochi di parole di tutta l'energia del loro potere d'invenzione e di distruzione.

La poesia è ovunque, all'angolo delle vie, sul bordo delle labbra, nelle pieghe di un abito, essa è come un respiro. In Paroles (1946), la sua prima raccolta pubblicata, che lo fece salire, con  suo dispetto, al rango di scrittore - visto che  si considerava «più uomo di mano che uomo di penna» - inSpectacle  (1951) o in La pluie et le beau temps (1955), emerge  un'estetica spericolata, irriverente verso  tutti i conformismi e delirante sulle cose della vita,  affiorante ad ogni pagina.

Canzoni, poemi in prosa o in versi liberi... Molti di essi, in particolare Parole, risalgono agli anni in cui  Prévert era vicino ai surrealisti, agli anni di prima della seconda guerra mondiale, durante i quali creò il "Gruppo Ottobre", campione di caustica buffoneria: L'Affaire est dans le sacCibouletteLa Vie de familleIl ne faut pas rire avec ces gens-là, e altre  messinscene   libertarie, come anche scenette  dallo spirito corrosivo,  sono destinate a scandalizzare. 

Ma, in fondo, non era lui stesso  uno  scandalo vivente  in quella  intransigente volontà di preservare la propria libertà in qualsiasi circostanza?   «Reclutato a forza  nella fabbrica delle idee/ho resistito /mobilitato allo stesso modo nell'esercito delle idee/ho disertato», scriverà in Choses et autres, la sua ultima raccolta pubblicata (1972). Ruppe, nel 1930, con André Breton - capofila dei surrealisti - troppo autoritario per i suoi gusti, e prese le distanze un po' più tardi dal partito comunista, al quale non aderì mai. Del resto, quando su pressioni di Mosca, il segretario del PCF Maurice Thorez riscoprì Giovanna d'Arco e rivestì di un abito virtuoso il buono vecchio patriottismo, Prévert, restò di un antimilitarismo a prova di bomba e il suo pacifismo non soffrì alcun compromesso.


Un inno alla vita ed all'amore
Il film Les Enfants du paradis (1945) con Jean-Louis Barrault ed Arletty, capolavoro del  realismo poetico, frutto della collaborazione di Marcel Carné e Jacques Prévert.

Si deve parlare allora degli anni della maturità? È in quegli anni che si impegna nella  scrittura per il cinema. Ci fu inizialmente la sceneggiatura diCrime de M. Lange (1935) di Jean Renoir, sul quale passa il soffio rinfrescante  del suo spirito libertario. La musica è di Jean Wiener, ma si ode  per la prima volta una canzone firmata da un compositore d'origine ungherese destinato a lavorare in  complicità con  Prévert: Joseph Kosma.

Va da sé che l'incontro  con il regista Marcel Carné rimane il grande evento della sua carriera. Il tandem fa le sue prime prove nel 1936 con Jenny e prosegue, a volte tra l' incomprensione della critica, con Drôle de drame(1937), Il porto delle nebbie (1938), Alba tragica (1939), pellicole in cui recitano attori ormai mitici come Jean Gabin, Louis Jouvet, Arletty, Jules Berry, Michel Simon e la giovane Michèle Morgan.

Ne L' età forte, Simone de Beauvoir testimonierà il posto eminente che occupa ormai Prévert presso la gente di cinema che incontra al Fleure, il famoso caffè di Saint-Germain des Prés: «Allora, il loro dio, il loro oracolo, il loro maître à penser, era Jacques Prévert, di cui veneravano le pellicole e le poesie, di cui provavano a copiare il linguaggio e le atmosfere spirituali. Anche noi gustavamo le poesie e le canzoni di Prévert. Il suo anarchismo sognante ed un po' stralunato ci catturava completamente» .

Con Christian-Jaque, Prévert farà les Disparus de Saint-Agil (1938) e con Jean Grémillon Remorques (1941) e Lumière d'été (1943), ma è la sua collaborazione con Marcel Carné che conterà di più. In piena occupazione nazista, girano nelle condizioni peggiori, questo gioiello di fablieu  medioevale che è  Visiteurs du soir (1942) quindi, prima della liberazione,Les Enfants du paradis (1945), considerato come uno delle migliori pellicole della storia del cinema, nella quale reciteranno  Arletty - Garance indimenticabile -,  Maria Casarès,  Pierre Brasseur, Jean-Louis Barrault. Un inno alla vita ed all'amore che non ci si stanca di vedere e di rivedere.


Ridicolaggine e  vanità dei  potenti, bellezza fragile degli innamorati: il cartone animato Le Roi et l'Oiseau contiene tutta la virulenza satirica e l'indicazione umanistica di Jacques Prévert.

Questo modo incomparabile di dire la vita e l'amore, precisamente, Prévert lo ha impiegato con altrettanta verve  nelle sue canzoni. E' stato l'autore di più di  mille  testi interpretati dai più grandi cantanti, da Juliette Gréco  a Mouloudji, dai Frère Jacques a Catherine Sauvage, da Serge Reggiani a Yves Montand. Les feuilles mortes, ripresa da Frank Sinatra, Bing Crosby o Miles Davis, e Barbara (« Rappelle-toi Barbara / Il pleuvait sans cesse sur Brest ce jour-là / Et tu marchais souriante / Epanouie, ravie, ruisselante / Sous la pluie » (Ti ricordi  Barbara/ pioveva a dirotto  su Brest quel giorno/e tu andavi lieta/, rapita, raggiante/sotto la pioggia) sono versi fra i più famosi, ma ne restano tanti altri  che si potrebbero canticchiare ancora.

Anche  i racconti per  ragazzi sono intrisi  di questa apparente semplicità e di questo candore sconosciuto. Ne Le Petit LionLettre des îles Baladar,Contes pour enfants pas sages, la Bergère et le Ramoneur (1953) - film d'animazione ammirevole che il suo amico Paul Grimault riprenderà dopo la sua morte sotto il titolo Le Roi et l'Oiseau (1980) -, Prévert ha saputo trattare con un'ingenuità perfettamente controllata l'insolenza dell' eterno ribelle e  dell'uomo generoso e inquieto sempre in procinto di esplodere in una risata.

Curiosamente  proprio questo ribelle - che aveva in orrore le istituzioni, -  la repubblica delle lettere onorerà intitolandogli alcuni licei ed istituti universitari e facendolo entrare, a partire dal 1992, nella collana famosa - su carta bibbia! - della "Pléiade". Jacques Prévert  un classico? Si ha difficoltà a crederlo.

Daniel Bremond, giornalista
(trad. it. Alfio Squillaci)

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