martedì 2 aprile 2013

Le citazioni

Dopo 2500 anni che ci separano dal nostro maestro amatissimo  Socrate, e di discendente civiltà umanistica, è raro filare  un pensiero che non sia stato già toccato da altri. Spesso dietro molti pensieri “originali” non ci sono perciò che delle fonti  occultate, dei microfurti intellettuali. Io preferisco perciò citare chi ha pensato prima e meglio di me. Lo ritengo  un atto di onestà intellettuale  ma anche di umiltà, è l’unicuique suum tribuere. Ma ciò si scontra con un comune sentire nel nostro Paese acrimonioso e stizzoso,  ché appena ti azzardi a citare qualcuno che non sia nel sussidiario di Quinta, senti il mugugno e il rimprovero:  “Come sfoggia!”. Spesso ironicamente rispondo che sfoggiare mi sembra un po’ poco per uno come me;  io infatti sbaro, sbrindiso e talvolta … staranto,  e baroccheggio come un leccese, altroché… E poi ricordo la réplique di Arbasino che, da rutilante citazionista e mio Venerato Maestro, commentava a un dipresso: “ Chi cita tutti i  22 giocatori della partita di calcio è spesso incoraggiato e ammirato, ma che bravo, ma che cultura!, continui così, la prego! Non appena lo si fa per i TUTTI I i giocatori della partita del sapere scattano subito le censure e le mozioni d’ordine, eh no, qui si sfoggia”… 
Infine vorrei che tutti leggessero quel libro immenso che sono i “Saggi” di Michel de Montaigne: un libro intarsiato di citazioni…

 Stiamo qui a discutere, e ciò che conta sono solo le idee non le persone, purché le idee siano chiaramente delineate e razionalmente discusse, sulla scorta anche di un minimo di letture adulte. Se poi, come qui si fa, si equipara economia di mercato a mafia (Totò Riina= Adam Smith) comprenderai (scusa ti do del tu) che non ci sono margini di discussione. Ci sono le persone illetterate, volgarmente chiamate ignoranti (mia madre era totalmente analfabeta) e non puoi fare loro una colpa della loro mancata istruzione; ma le persone che hanno leggiucchiato qualche libro, che hanno avuto modo di accedere al sapere ma sono ferme a idee piccole piccole, a luoghi comuni, a piccoli slogan oppure a idee  totalmente ricevute che non hanno nulla di elaborazione intellettuale (ossia universale e astratta) ma nascondono solo malanimi o malesseri individuali e che confondono tutto, le minchie e i padrenostri, con queste persone che si deve fare? Io resisto fin che posso con il mio istinto pedagogico (pur non essendo insegnante), suggerisco libri, sbozzo idee, incoraggio ad una più alta e consapevole elaborazione intellettuale, ma poi difronte alle ossessioni personali , alle idee che nascondo inquietudini private e stati d’animo, lascio perdere: non posso farci nulla... un caro saluto a tutti...

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